Viaggi nell’arte
Donna che cuce di Giacchino Toma
(probabile datazione 1875); Olio su tela, cm. 45,7x34,9; Pinacoteca provinciale
di Bari. L'immagine scannarizzata è tratta dal catalogo "La collezione
Grieco" Edizioni Dedalo, 1987.
I viaggi nell’arte sono indubbiamente indimenticabili
quando si percorrono in ottima compagnia. Il ricordo dell’incanto suscitato in
me da quest’opera intimista e dal sapore “quotidiano” è indissolubilmente
intrecciato a quello del piacere provato nell’osservare la stessa tela insieme
ad una persona speciale.
Il gioco di luci prodotto dalla penombra e le pennellate
cromatiche sapientemente studiate fanno tuffare in un interno che ci sembra
noto, che assomiglia a flash di memoria della nostra infanzia, quando
rimanevamo assorti e ipnotizzati ad osservare il lavoro di ricamo o cucito di
una nonna. Sembra quasi di proiettarsi in una dimensione rassicurante, nella
quale ci sentiamo a nostro agio, una dimensione costruita su un tempo dilatato,
lungo chissà quanti anni e riaffiorante da un sogno fatto ad occhi aperti. Ho osservato a lungo e in più occasioni
questo quadro (tra i miei preferiti della collezione Grieco) e ammetto di aver
perso un po’ la cognizione della realtà, giungendo a ricordare persino l’odore
della casa dei miei nonni, un profumo che ho riscoperto in pochi altri momenti
della mia vita e nel quale mi piace infantilmente indugiare.
Questa mia lettura, del tutto emotiva, spero non influenzi
troppo la vostra e non penalizzi la bellezza e la poesia di un’immagine che
definirei da cartolina.
Cenni
sull’opera e la biografia di Gioacchino
Toma (Galatina –Le – 1836, Napoli 1891)
“Vorrei avvicinare la Donna che cuce alla produzione dell’artista intorno
al 1875, periodo di Le
due madri,
1874 (Museo di Capodimonte, Napoli) e della prima versione di Luisa
Sanfelice in carcere, 1874 (ibidem). Tutte e tre le opere sono accomunate da una analoga
ricerca stilistica e tematica: in un interno una o due figure di donne assorte
in pensieri e intente a lavori o doveri femminili. Le pennellate sono larghe ed
essenziali, impregnate da riflessi di luce. Molto felice nel quadro della
collezione Grieco è il motivo delle persiane verdi, semiaperte, attraverso le
quali penetrano i raggi del sole che illuminano il profilo della donna e si
posano sul suo lavoro tenuto in grembo. Particolarmente curata risulta anche
l’esecuzione del bel tappeto a rombi variopinti.” (Christine Farese Sperken)
“Dopo la morte di ambedue i
genitori fu mandato a Giovinazzo (Ba), all’Ospizio per Orfani della Provincia,
dove ricevette, nell’allora ottima scuola d’arti e mestieri, le prime nozioni
di disegno. Pochi anni dopo, appena ventenne, si trasferì a Napoli e fece il
suo tirocinio nella bottega del pittore-decoratore Guglielmi. Sospettato di
cospirazione scontò, dal 1857 al 1858, un periodo di confino di polizia a
Piedimonte d’Alife, dove dipinse ritratti e soggetti sacri. Passò poi nelle
file dei patrioti e nel 1860 combatté come sottotenente fra i garibaldini. I
primi anni dopo l’unità, ancora sotto l’influsso di quella esperienza, eseguì
in prevalenza opere di soggetto risorgimentale, che negli anni Settanta
cedettero il posto ad una tematica sociale di notevole impegno civile: La scuola delle Merlettaie cieche, 1872, La
ruota dell’Annunziata, 1877, Il viatico dell’orfana, 1877 e le due versioni della Luisa
Sanfelice in carcere, 1874 e 1877.
Verso il 1865 circa cominciò
l’attività didattica dell’artista, che fondò, e si tratta di un esempio precoce
del genere, una scuola di disegno per operai a Napoli. Nel 1878 ottenne la
cattedra di disegno ornato all’Istituto di Belle Arti.
La prima metà degli anni
Ottanta è caratterizzata da paesaggi e marine e da una bellissima serie di
ritratti familiari, fra cui eccellono numerose immagini di rara capacità di
immedesimazione psicologica. Nell’ultimo periodo della sua produzione si dedicò
a ricerche espressive, presentando una pittura nuova, larga ed aperta,
bozzettistica e volutamente incompiuta (Lo stato civile, 1888-90, Il bacio
della nonna, 1889-90, Il tatuaggio dei camorristi, 1890 c.).”
Alcuni
cenni indispensabili sulla figura di Luigi Grieco e sulla collezione
“Apparentemente Grieco è un
tipico rappresentante del secondo dopoguerra, razionale e sistematico, dotato
di una notevole carica di entusiasmo e caratterizzato da quello zelo
appassionato, proprio di ogni vero collezionista. Molto singolare per il suo
operare è il fatto – e ciò lo differenzia dalla maggior parte dei suoi colleghi
– che l’idea di donare i quadri ad una istituzione pubblica nacque quasi
contemporaneamente all’acquisto dei primi dipinti. Sin dall’inizio il
collezionismo di Grieco fu dunque indirizzato verso un pubblico e verso la
sistemazione dei quadri in un luogo aperto a tutti. La più volte citata,
meticolosa selezione dei pezzi, il continuo dialogo con essi e il rapporto di
estrema responsabilità istauratasi fra il donatore e la sua raccolta ne sono
vivace testimonianza.”
“La raccolta, nata nell’arco
degli ultimi trent’anni (dalla fine degli anni ’50) e legata intimamente
alle ricerche e riscoperte artistiche attuali, deve la sua fisionomia
esclusivamente alla personalità di Grieco; una persona lineare, decisa e tenace
nel perseguire i suoi obiettivi. Quasi fin dall’inizio la sua attività di
collezionista si articolò in due direzioni per alcuni tratti parallele; una
riguardante il campo della grande pittura italiana del secondo Ottocento,
l’altra i nomi e i movimenti rappresentativi della prima metà del Novecento,
sempre italiano.”
Fanno parte della pregevole e curata collezione Grieco
autori come Silvestro Lega, Giovanni Boldini, Giovanni Fattori, Giuseppe
Pellizza Da Volpedo, Mario Sironi,
Giorgio Morandi, Carlo Carrà e Giorgio De Chirico, solo per citare
alcuni tra i più noti.
Consiglio, a tutti coloro che vogliano apprezzare le
bellezze della Puglia, di fare una lunga e piacevole pausa presso la Pinacoteca provinciale
di Bari che vanta un lungo percorso di opere pregevoli, prevalentemente di
carattere regionale, e rappresentanti un vasto arco temporale (dalle tavole
lignee e sculture medioevali all’arte contemporanea di Pino Pascali). Per ogni
tipo di informazione consultare i seguenti link:
http://www.retepuglia.uniba.it/Pinacoteca/eng/ecopertina.htm
(credo sia il sito ufficiale)
Fonti di riferimento
L’immagine e gli stralci critici sono stati attinti
da:
“La collezione Grieco. 50
dipinti da Fattori a Morandi”, Catalogo di Christine Farese
Sperken, Edizioni Dedalo, 1987.
Claudia 5-7-2007
(Stefano Zecchi, Estasi)
Claudia 28-7-2007
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