venerdì 17 febbraio 2012

Luglio 2007


Viaggi nell’arte

Gioacchino Toma, Donna che cuce
Donna che cuce di Giacchino Toma (probabile datazione 1875); Olio su tela, cm. 45,7x34,9; Pinacoteca provinciale di Bari. L'immagine scannarizzata è tratta dal catalogo "La collezione Grieco" Edizioni Dedalo, 1987.



I viaggi nell’arte sono indubbiamente indimenticabili quando si percorrono in ottima compagnia. Il ricordo dell’incanto suscitato in me da quest’opera intimista e dal sapore “quotidiano” è indissolubilmente intrecciato a quello del piacere provato nell’osservare la stessa tela insieme ad una persona speciale.
Il gioco di luci prodotto dalla penombra e le pennellate cromatiche sapientemente studiate fanno tuffare in un interno che ci sembra noto, che assomiglia a flash di memoria della nostra infanzia, quando rimanevamo assorti e ipnotizzati ad osservare il lavoro di ricamo o cucito di una nonna. Sembra quasi di proiettarsi in una dimensione rassicurante, nella quale ci sentiamo a nostro agio, una dimensione costruita su un tempo dilatato, lungo chissà quanti anni e riaffiorante da un sogno fatto ad occhi aperti.  Ho osservato a lungo e in più occasioni questo quadro (tra i miei preferiti della collezione Grieco) e ammetto di aver perso un po’ la cognizione della realtà, giungendo a ricordare persino l’odore della casa dei miei nonni, un profumo che ho riscoperto in pochi altri momenti della mia vita e nel quale mi piace infantilmente indugiare.
Questa mia lettura, del tutto emotiva, spero non influenzi troppo la vostra e non penalizzi la bellezza e la poesia di un’immagine che definirei da cartolina.








Cenni sull’opera e la biografia di  Gioacchino Toma (Galatina –Le – 1836, Napoli 1891)

“Vorrei avvicinare la Donna che cuce alla produzione dell’artista intorno al 1875, periodo di Le due madri, 1874 (Museo di Capodimonte, Napoli) e della prima versione di Luisa Sanfelice in carcere, 1874 (ibidem). Tutte e tre le opere sono accomunate da una analoga ricerca stilistica e tematica: in un interno una o due figure di donne assorte in pensieri e intente a lavori o doveri femminili. Le pennellate sono larghe ed essenziali, impregnate da riflessi di luce. Molto felice nel quadro della collezione Grieco è il motivo delle persiane verdi, semiaperte, attraverso le quali penetrano i raggi del sole che illuminano il profilo della donna e si posano sul suo lavoro tenuto in grembo. Particolarmente curata risulta anche l’esecuzione del bel tappeto a rombi variopinti.” (Christine Farese Sperken)

“Dopo la morte di ambedue i genitori fu mandato a Giovinazzo (Ba), all’Ospizio per Orfani della Provincia, dove ricevette, nell’allora ottima scuola d’arti e mestieri, le prime nozioni di disegno. Pochi anni dopo, appena ventenne, si trasferì a Napoli e fece il suo tirocinio nella bottega del pittore-decoratore Guglielmi. Sospettato di cospirazione scontò, dal 1857 al 1858, un periodo di confino di polizia a Piedimonte d’Alife, dove dipinse ritratti e soggetti sacri. Passò poi nelle file dei patrioti e nel 1860 combatté come sottotenente fra i garibaldini. I primi anni dopo l’unità, ancora sotto l’influsso di quella esperienza, eseguì in prevalenza opere di soggetto risorgimentale, che negli anni Settanta cedettero il posto ad una tematica sociale di notevole impegno civile: La scuola delle Merlettaie cieche, 1872, La ruota dell’Annunziata, 1877, Il viatico dell’orfana, 1877 e le due versioni della Luisa Sanfelice in carcere, 1874 e 1877.
Verso il 1865 circa cominciò l’attività didattica dell’artista, che fondò, e si tratta di un esempio precoce del genere, una scuola di disegno per operai a Napoli. Nel 1878 ottenne la cattedra di disegno ornato all’Istituto di Belle Arti.
La prima metà degli anni Ottanta è caratterizzata da paesaggi e marine e da una bellissima serie di ritratti familiari, fra cui eccellono numerose immagini di rara capacità di immedesimazione psicologica. Nell’ultimo periodo della sua produzione si dedicò a ricerche espressive, presentando una pittura nuova, larga ed aperta, bozzettistica e volutamente incompiuta (Lo stato civile, 1888-90, Il bacio della nonna, 1889-90, Il tatuaggio dei camorristi, 1890 c.).” 








Alcuni cenni indispensabili sulla figura di Luigi Grieco e sulla collezione



“Apparentemente Grieco è un tipico rappresentante del secondo dopoguerra, razionale e sistematico, dotato di una notevole carica di entusiasmo e caratterizzato da quello zelo appassionato, proprio di ogni vero collezionista. Molto singolare per il suo operare è il fatto – e ciò lo differenzia dalla maggior parte dei suoi colleghi – che l’idea di donare i quadri ad una istituzione pubblica nacque quasi contemporaneamente all’acquisto dei primi dipinti. Sin dall’inizio il collezionismo di Grieco fu dunque indirizzato verso un pubblico e verso la sistemazione dei quadri in un luogo aperto a tutti. La più volte citata, meticolosa selezione dei pezzi, il continuo dialogo con essi e il rapporto di estrema responsabilità istauratasi fra il donatore e la sua raccolta ne sono vivace testimonianza.”

“La raccolta, nata nell’arco degli ultimi trent’anni  (dalla fine degli anni ’50) e legata intimamente alle ricerche e riscoperte artistiche attuali, deve la sua fisionomia esclusivamente alla personalità di Grieco; una persona lineare, decisa e tenace nel perseguire i suoi obiettivi. Quasi fin dall’inizio la sua attività di collezionista si articolò in due direzioni per alcuni tratti parallele; una riguardante il campo della grande pittura italiana del secondo Ottocento, l’altra i nomi e i movimenti rappresentativi della prima metà del Novecento, sempre italiano.”

Fanno parte della pregevole e curata collezione Grieco autori come Silvestro Lega, Giovanni Boldini, Giovanni Fattori, Giuseppe Pellizza Da Volpedo, Mario Sironi,  Giorgio Morandi, Carlo Carrà e Giorgio De Chirico, solo per citare alcuni tra i più noti.





Consiglio, a tutti coloro che vogliano apprezzare le bellezze della Puglia, di fare una lunga e piacevole pausa presso la Pinacoteca provinciale di Bari che vanta un lungo percorso di opere pregevoli, prevalentemente di carattere regionale, e rappresentanti un vasto arco temporale (dalle tavole lignee e sculture medioevali all’arte contemporanea di Pino Pascali). Per ogni tipo di informazione consultare i seguenti link:





Fonti di riferimento
 L’immagine e gli stralci critici sono stati attinti da:
La collezione Grieco. 50 dipinti da Fattori a Morandi”, Catalogo di Christine Farese Sperken, Edizioni Dedalo, 1987.

Claudia 5-7-2007

"La vita nasconde una pulsione originaria che si esprime con il linguaggio della vita stessa; essa va oltre le parole, si fa energia dell'anima e ci avvicina al mistero della rinascita. Un uomo nasce due volte, dal grembo della madre che lo ha generato e dalle braccia della donna che lo trattiene e lo ama. Nessuno vive realmente senza rinascere una volta."
(Stefano Zecchi, Estasi)

Claudia 28-7-2007

Nessun commento:

Posta un commento