"Il fiume dove mi fermavo ogni giorno divide più o meno la città in due. Fino al ponte bianco che collega una riva all'altra ci vuole una ventina di minuti. Amavo quel posto. Era lì che io e Hitoshi, che abitava dall'altra parte del fiume, ci davamo sempre appuntamento e anche dopo la sua morte vi ero rimasta legata.
Mi fermavo in un punto dove non c'era mai nessuno, e circondata dal rumore dell'acqua mi riposavo e bevevo piano il tè bollente dalla borraccia. Gli argini bianchi del fiume si perdevano in lontananza, e il panorama della città era avvolto nella nebbia azzurrina dell'alba. Ferma così, in quell'aria cristallina e pungente, mi sembrava di stare in un luogo un po' più vicino alla morte. Solo in quello scenario severo e limpido, di una solitudine desolata, riuscivo a sentirmi a mio agio. Non per masochismo: perché senza quel momento non avrei avuto la forza di affrontare il resto della giornata. Quel paesaggio era diventato per me assolutamente necessario."
(Banana Yoshimoto, Moonlight shadow, tratto da Kitchen, U.E.F.)
Claudia 3-9-2007
Memorie di viaggio
Siviglia, Piazza di Spagna
Sono reduce da un viaggio suggestivo e denso di piacevoli
ricordi, caratterizzati dai colori e dal calore della bellissima terra
andalusa. Molte sono state le cose che meriterebbero una notazione particolare,
dallo spettacolare balletto di flamenco alla ben nota Alhambra di Granada. Ma
ogni volta che ripenso alle immagini rimaste impresse nella mia memoria, la mia
emozione si concentra sulla suggestiva Piazza di Spagna di Siviglia e sul gioco
di luci gialle che la illuminava romanticamente di notte. Ho rivisto la stessa
piazza di giorno, sempre bella ma diversa. Come se non fosse la stessa. Due
percezioni differenti. Di giorno si possono gustare tutti i particolari dei
colonnati e delle maioliche policrome che rappresentano le 52 province spagnole
e di notte si può assaporare il vero spirito che ha indotto l’architetto a
progettare questa piazza: creare uno spazio di riposo che ritempri la vista.
Questa piazza maestosa mi ha catturata perché mi è parso riassumesse
l’architettura andalusa fatta di eredità islamiche, ebree e cristiane e che ben
illustrasse gli elementi decorativi e strutturali autoctoni.
Invito i miei lettori a visitare questa piazza e a coloro
che l’hanno già vista, se lo desiderano, di raccontarci la loro sensazione.
“L’Esposizione iberoamericana del 1929 a Siviglia nacque come
una possibilità di offrire un evento culturale di carattere internazionale in
un momento in cui le fiere commerciali erano in declino e come una nuova
maniera per favorire il turismo nella città. Per questo l’architetto Anibal
Gonzalez progettò una serie di edifici e padiglioni nei terreni del Parco di
Maria Luisa, creando i grandi complessi della Plaza de España e della Plaza de
America, circondati da una vegetazione esuberante. Queste nuove costruzioni
conferirono al centro di Siviglia nuovi spazi che presto sarebbero diventati il
vero emblema della città.
Piazza di Spagna
L’architetto, utilizzando
appieno la libertà che caratterizzava il progetto, propose un nuovo concetto
spaziale di piazza pubblica con portici, pensata piuttosto per favorire il
riposo e il contatto con la natura che per essere il centro delle attività
commerciali come era sempre stata. Questo concetto così attuale, al di là delle
mode, è proprio l’ideale dell’urbanesimo nel XXI secolo. Le dipendenze ospitano
uffici amministrativi e centri ufficiali.
Insieme a Plaza de America,
occupa tutta la zona nord-est del parco. Consiste in un semicerchio dal diametro
di 170 metri
con una galleria a portici e fiancheggiato da due enormi torri alte 80 metri . La circonda un
canale attraversato da ponticelli in stile veneziano (la nostra guida ha aggiunto che i
4 ponti rappresentano i 4 regni spagnoli) . Alla base del cerchio furono collocati dei
banchi decorati con pannelli di azulejos (piastrelle di maiolica
colorate e composte come un puzzle), ciascuno dedicato a una provincia spagnola.
Questa piazza fu il fulcro dell’Esposizione e fu concepita come una villa che
si rifaceva allo stile del Palladio. Il marmo fu utilizzato come materiale
complementare, per spezzare i ritmi ed accentuare le differenze cromatiche.
La struttura è di mattoni,
mentre il principale elemento ornamentale è la ceramica.”
Fonti Bibliografiche:
- “Andalucia da vicino. Itinerari turistici
in Andalucia”, Ed. Edilux
- “Welcome olé”,
Magazine gratuito, anno XII, n° 129 Luglio 2007.
- Per il
corredo fotografico, che proviene dal mio archivio di viaggio, cliccate sui media al lato.
Claudia 12-9-2007
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovraumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
(Giacomo Leopardi, Canti, BUL)
Claudia 21-9-2007
Brif bruf braf
- Brif, braf, - disse il primo.
- Braf, brof, - rispose il secondo. E scoppiarono a ridere.
Su un balcone del primo piano c'era un vecchio buon signore a leggere il giornale, e affacciata alla finestra dirimpetto c'era una vecchia signora né buona né cattiva.
- Come sono sciocchi quei bambini, - disse la signora.
Ma il buon signore non era d'accordo: - Io non trovo.
- Non mi dirà che ha capito quello che hanno detto.
- E invece ho capito tutto. Il primo ha detto: che bella giornata. Il secondo ha risposto: domani sarà ancora più bello.
La signora arricciò il naso ma stette zitta, perché i bambini avevano ricominciato a parlare nella loro lingua.
- Maraschi, barabaschi, pippirimoschi, - disse il primo.
- Bruf, - rispose il secondo. E giù di nuovo a ridere tutti e due.
- Non mi dirà che ha capito anche adesso, - esclamò indignata la vecchia signora.
- E invece ho capito tutto, - rispose sorridendo il vecchio signore. - Il primo ha detto: come siamo contenti di essere al mondo. E il secondo ha risposto: il mondo è bellissimo.
- Ma è poi bello davvero? - insisté la vecchia signora.
- Brif, bruf, braf, - rispose il vecchio signore.
(Gianni Rodari, Favole al telefono tratte da I cinque libri, Edizione Einaudi Tascabili)
Claudia 26-9-2007
Segnalo di seguito un post sui curriculi didattici da utilizzare nella scuola e man mano aggiornerò il post con altri link, sebbene i blog di Annarita andrebbero letti in toto perchè molto interessanti.
http://scientificando.splinder.com/post/14065607
http://lanostramatematica.splinder.com/post/14069436
claudia 29-9-2007
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